Le esperienze vissute nel corso dello sviluppo si sono strutturate nel corpo condizionando spesso, con contrazioni muscolari croniche di interi distretti corporei, una libera espressione del Sé. La via di fuga ottimale diviene nel tempo un sovra-investimento nell’intelletto, nella parola, nell’immagine. Molto può essere fatto per riaccompagnare le persone, gradualmente, ad un allentamento delle tensioni/difese e a rendere possibile un maggior contatto con i propri sentimenti e una più spontanea espressione emozionale. Se l’esperienza è tutto ciò che accade dentro l’organismo e che potenzialmente può diventare cosciente, quanto più si accompagna la persona, che si diletta nel teatro, o lo attraversa come professione, a ri-conquistare, ri-abitare, nuclei di percezioni escluse alla coscienza, tanto più si permette una maggiore competenza corporeo/espressiva come pro-motore dell’azione estetica/performativa e della realizzazione di se stessi nella propria realtà di vita. Si tratta di aumentare la fiducia nella propria esperienza, nel proprio corpo, e potersi permettere, in coscienza, quelle esperienze altrimenti negate al proprio sentire, escluse dal proprio vissuto.

Si propone un lavoro teatrale, che nei giusti tempi del sentire, tentando di mitigare l’egemonia dell’intelletto, permetta di ri-prendere contatto con nuclei profondi ed autentici del proprio Sé, e di riavvicinarsi alla propria verità corporea.

Un percorso che accompagna la persona ad un movimento evolutivo/formativo su tre dimensioni: 1) consapevolezza di sé, delle proprie sensazioni e percezioni: riguarda il sentire e il sentimento come fatto privato, intimo, di relazione con se stessi; 2) espressione di sé: riguarda l’emozione e la manifestazione di se stessi come fatto individuale e di relazione con gli altri; 3) padronanza dell’espressione di sé: riguarda: la forma, l’estetica, la performance in relazione con l’arte e la bellezza, come fatto individuale che può divenire pubblico.

“ È impossibile recitare un sentimento. Ogni sentimento è per sua natura così sottile che si nasconde al tocco del pensiero. Si può fare una cosa sola: sondare la natura di un sentimento, […], o anche, come cresce la spaccatura tra pensiero e sentimento, creando una disarmonia nella consapevolezza umana e, di conseguenza, una tragedia.” Stanislavskij

2017-12-06T16:03:08+00:00